IMPIANTOLOGIA GUIDATA
L’implantologia
La sostituzione di elementi dentali mancanti ha subito negli ultimi anni una notevole evoluzione grazie all’avvento degli impianti osteo-integrati.
L’implantologia, offre la possibilità di evitare la protesi tradizionale a supporto dentale con il sacrificio biologico di coinvolgere denti sani adiacenti o la protesi mobile spesso mal tollerata dal paziente. Lo sviluppo di tecniche diagnostico terapeutiche sempre più raffinate consente di affrontare casi semplici e casi complessi anche quando si opera in aree ad alta valenza estetica. Uno degli obiettivi terapeutici che è necessario conseguire quando si opera nell’ambito dell’area estetica consiste nel cercare di inserire armonicamente l’implanto-protesi nel contesto della dentatura residua, in modo che un osservatore, ad una normale distanza interpersonale non riesca a rilevarne l’esistenza. Grazie a programmi all’avanguardia possiamo operare in maniera minimamente invasiva, sicura ed affidabile garantendo un’efficienza maggiore attraverso un approccio multidisciplinare.
La chirurgia guidata
L’esempio clinico che illustro si riferisce ad una signora giunta alla nostra osservazione alcuni anni fa lamentando gravi disagi estetici e funzionali.
Le immagini che mostro giustificano e rendono comprensibile le ragioni del disagio, infatti le ampie aree edentule presenti assieme alle migrazioni dentali e al rapporto dentale e scheletrico inveritito creavano difficoltà relazionali e una perdita dell’autostima. L’approfondimento diagnostico necessario è fondamentale in casi clinici così complessi e prevede una accurata raccolta dati. In base a tali informazioni si potranno individuare le varie soluzioni terapeutiche disponibili. Tra queste la terapia ortodontica associata a chiurugia ortognatica può rappresentare una valida soluzione nonostante l’età. La paziente esprime un netto rifiuto per tale proposta considerata troppo invasiva. Il confronto con il team degli odontotecnici e dei protesisti ha dato origine a questa ceratura di analisi che ha messo in evidenza il risultato raggiungibile con la protesi fissa a sostegno implantare superiore ed inferiore.
La paziente ha giudicato questa proposta la più appropriata per le esigenze estetiche, funzionali e la sua disponibilità di tempo. A questo punto l’iter diagnostico prevede una pianificazione virtuale che consente di individuare la posizione implantare più corretta per il raggiungimento dell’obiettivo condiviso. Attraverso un software specifico è possibile scegliere l’impianto più appropriato in termini di lunghezza e diametro in relazione all’osso disponibile.
L’intervento chirurgico che viene pertanto progettato prevede un approccio mini-invasivo senza il sollevamento di un lembo.
L’intervento è stato realizzato in occasione di un evento scientifico che prevedeva chirurgia dal vivo e trasmissione satellitare.
In diretta TV di fronte ad altre 1500 delegati provenienti da tutta Europa ho presentato dapprima la paziente quindi ci siamo traferiti in sala operatoria. La terapia implantare di un caso clinico complesso prevede il lavoro di una squadra di persone affiatate che in modo coordinato si muovono e interagiscono con armonia. La sequenza precisa dei numerosi passaggi che fa parte del protocollo è alla base per il raggiungimento del successo.
La mascherina chirurgica realizzata presso una unità produttiva, nel caso specifico a Stoccolma in Svezia, verrà fissata in bocca e a questo punto verranno preparati i siti implantari con una serie di frese di calibro incrementale. A seguire punto si potranno inserire gli impianti programmati che supporteranno la protesi fissa. Il provvisorio precedentemente realizzato viene provato direttamente in bocca e l’adattamento risulta subito adeguato. Si effettua pertanto un carico immediato in corrispondenza del mascellare superiore.